Nell’immaginario letterario medioevale, la foresta è sempre oscura, perigliosa e vasta; ciò che connota quel luogo-non luogo è la vaghezza, spazio dell’incerto in cui tutto può accadere e suscitare emozioni contrastanti. L’epiteto gast, da cui proviene il germanico Wald, ha origine dal latino vastum, enorme, smisurato, ma anche incolto: la foresta è un vuoto che deve essere colmato, un indefinito a cui dare limite.
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