Nell’epoca digitale la biblioteca è diventata un oggetto esotico. Meno si legge (nel senso tradizionale del termine, cioè meno si accede al sapere attraverso la carta stampata), più il contenitore tradizionale “biblioteca” diventa auratico, come se appartenesse ormai a un mondo lontano. La fotografa tedesca Candida Höfer ha svolto un ruolo significativo in questo contesto, re-auratizzando degli spazi, spesso sublimi, popolati da pochissime persone e caratterizzati da un senso di ordine quasi maniacale.
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